Progetto PEF

2013

Ente promotore

Asp Poveri Vergognosi, Settore Inclusione Sociale e Nuove Povertà, Servizio Nuove Povertà

Ente partner

Centro per le famiglie, Asp Irides

Titolo del progetto

Progetto P.E.F. (Poter Essere Famiglia)

Mission

Il disagio alimentare di un nucleo familiare rappresenta sia dal punto di vista simbolico che pratico il momento in cui il concetto stesso dell’essere famiglia viene messo in seria crisi, dato che alla base dello statuto etico dell’essere famiglia rientra il bisogno primario dell’alimentazione. Venendo a mancare questo elemento fondamentale la famiglia non può essere tale poiché non risponde al suo statuto etico. Riuscire a sostenere una famiglia in difficoltà economica tale da non avere problemi nel sostentamento alimentare, è anche un modo per riconsegnare lo statuto etico perduto, quindi poter essere famiglia…

Analisi dei bisogni

Le nuove povertà, accanto al disagio più grave, più manifesto e conclamato, si insinuano silenziose e senza dubbio meno evidenti coinvolgendo famiglie con un solo stipendio, donne sole con figli minori, chi sull’onda della crisi economica ha perso il posto di lavoro senza riuscire a tenere la casa, i cassaintegrati figli delle vertenze in corso sul territorio.

Il disagio che si manifesta sul fronte alimentare, coinvolge il mondo del lavoro, mette a rischio la possibilità di soddisfare il diritto alla casa.

Secondo il Rapporto Zancan-Caritas, in Italia i poveri sono almeno 7,5 milioni, quelli poco al di sopra della soglia di povertà 15 milioni. Il 13% degli italiani vive con meno di 500-600 euro al mese. Sono povere le famiglie con anziani ed è povero un terzo delle famiglie con tre o più figli. Il 48,9% vive al sud. Tra i 30 paesi Ocse l’Italia è al sesto posto per il gap tra ricchi e poveri. Il nostro Paese spende il 15,8% del Pil in previdenza, il 6,2% in sanità e 1,9% in assistenza sociale.

Settantanove milionidi cittadini europei poveri, il 19% bambini; circa 23 milioni e mezzo che vivono con meno di 10 euro al giorno. I poveri in Europa non diminuiscono. Il Comitato per l’occupazione e per la protezione sociale parla di “una recessione senza precedenti che potrebbe causare altri milioni di disoccupati e produrre gravi conseguenze sociali per le famiglie e le persone.

Il piano europeo di ripresa economica si basa su “crescita e occupazione”, un binomio che neanche in tempi di sviluppo economico è servito a diminuire povertà e esclusione.

Nei documenti delle istituzioni europee si menzionano la necessità di “consentire ai sistemi di protezione sociale di svolgere pienamente il loro ruolo di stabilizzatori” e di “prestare particolare attenzione alle categorie più vulnerabili e a nuovi rischi di esclusione”.

La Rete europea di lottaalla povertà e le sue reti nazionali sono convinte che il lavoro sia solo un aspetto della questione: cosa si sta facendo per coloro che non lavorano o non hanno mai lavorato? Per assicurare a tutti un reddito dignitoso e l’accesso ai servizi? Per dare un tetto a chi non può più permetterselo e a chi non l’ha mai avuto? Per chi è stretto dalla morsa dei debiti?

Ma la sfida oggi non riguarda solo il lavoro, poiché occorrerebbe rafforzare i sistemi di protezione sociale.

Descrizione del progetto

La persona bisognosa si rivolge al Centro per le famiglie gestito da ASP Irides per conto del Comune di Bologna per manifestare il proprio disagio. Vengono raccolte, da parte del “Centro per le Famiglie” tramite una scheda informativa, tutte le informazioni che ineriscono la famiglia in questione: nome, cognome, nazionalità, composizione del nucleo familiare, situazione lavorativa, disponibilità a muoversi autonomamente, aiuti da parte di altri enti.

Il Centro per le famiglie, una volta in possesso delle informazioni necessarie, invia ad ASP tramite e mail, le schede informative. Prima di procedere, l’ASP contatta telefonicamente le persone segnalateper Avviare la relazione edavere eventuali informazioni mancanti che sarebbero necessarie alla ricerca di una soluzione adeguata.

Gli enti e associazioni a cui si fa riferimento sono quelle che aderiscono al progetto “ASP Naturalmente Solidale”, che ASP coordina. La valutazione viene effettuata con i criteri della vicinanza territoriale al soggetto e della disponibilità all’ accoglimento della segnalazione, l’ASP contatta i referenti delle Associazioni medesime. Nella comunicazione tra ASP e la Persona segnalata viene anche spiegata la situazione e informatadella mancata presa in carico da parte dell’associazione.

Individuata l’associazione disposta ad accogliere la domanda di “Aiuto”, l’Asp contatta la famiglia, la informa sulle modalità del primo incontro indicando la data, l’ora e il luogo. La comunicazione avvienetelefonicamentee ad essa segue un sms tramite il cellulare di servizio.

Le modalità di gestione del primo colloquio variano da Associazione ad Associazione: in alcuni casi la consegna di prodotti è preceduta da un colloquio con volontari che valutano la situazione attuale delle persone.

Le modalità di consegna sono due: consegna a domicilio o ritiro presso la sede dell’Associazione ( anche tale modalità è decisa in autonomia dalla Associazione ). L’ASP invita le Associazioni a fornire un feedback relativo al primo incontro e all’andamento a breve distanza tempo, chiede alle stesse un aggiornamento in merito alla continuità, all’atteggiamento collaborativo o meno, tenuto dai segnalati.

Queste informazioni, che servono all’Asp per monitorare la situazione e relazionare il Centro per le famiglie, vengono raccolte tramite una scheda inviata all’associazione unitamente a quella informativa. Per facilitare la ricerca delle Associazioni sul territorio di Bologna, è risultato utile creare attraverso Google Maps una mappa specifica che consenta agevolmente la localizzazione delle Associazioni sul territorio di Bologna.

Obiettivo

“Riduzione del danno” per le famiglie in difficoltà economica, con problemi di sostentamento alimentare.

Destinatari

Target trasversali di tutte le nazionalità presenti sul territorio bolognese

Le azioni pregresse

Attività realizzate da febbraio ad agosto 2011:

  • Da febbraio ad agosto si sono rivolte al Centro per le Famiglie circa 50 famiglie;
  • Le famiglie che si sono presentate all’incontro con l’associazione per più di una volta sono 22;
  • 20 si sono presentate una sola volta;
  • 8 non si sono mai presentate.

Rappresentazione dei processi

FASIATTIVITA’TIMING
INVIOCentro per le Famiglie comunica ad ASP (tramite mail) i nominativi delle persone che hanno manifestato necessità di prodotti alimentari. La comunicazione avviene attraverso l’invio di una scheda informativa tramite mail. Da evidenziare il fatto che non vi è presa in carico di queste persone da parte del Centro per le Famiglie.
GESTIONE INFORMATIVAAsp contatta telefonicamente le persone segnalate per avere le eventuali informazioni mancanti, necessarie per poter trovare loro la soluzione più adeguata.
INCROCIO SUI BISOGNIAsp esegue una ricerca sul territorio della città di Bologna delle Associazioni potenzialmente adeguate a fornire un sostegno alle famiglie segnalate.
MEDIAZIONE SOCIALEIndividuata l’Associazione, Asp mette in contatto quest’ultima con la famiglia da assistere e viene fissato un primo incontro; data, ora e luogo sono a conoscenza di Asp che le comunica al Centro per le Famiglie.
MONITORAGGIOAsp invita le Associazioni a fornire un feedback sul primo incontro e sulle valutazioni fatte in merito alle persone segnalate. A distanza di circa 2 mesi dal primo incontro Asp chiede un aggiornamento alle Associazioni in merito alla continuità del servizio rivolto alle singole persone inviate (nello specifico si vuole sapere se queste ultime hanno continuato a ritirare i prodotti). Queste informazioni vengono sempre comunicate al Centro per le Famiglie.