Una progettazione territoriale tra sviluppo locale e welfare

di Marco Marano

Bologna, giugno 2014 La progettazione territoriale è uno degli strumenti d’intervento prioritari per disegnare interventi in linea con i bisogni dei sistemi locali. La vera innovazione, per ciò che concerne questo ambito, sta nella capacità di coniugare la promozione sociale con lo sviluppo locale. Una chiave di lettura che se utilizzata porterebbe a compimento azioni in linea con la cultura dello sviluppo territoriale di tipo nordeuropeo.

I topic sono:

  • Linguaggi e narrazioni
  • Trans-cultura e contaminazioni
  • Cittadinanza attiva e cultura dell’apprendimento
  • Welfare e sviluppo locale

diventa il tema centrale su cui ruotano i progetti.

Questa modalità di lavoro è costruita su quattro grandi direzioni:

  1. la messa in atto di un sistema mediatico in rete, di produzione di contenuti informativi, visuali e sonori finalizzato alla promozione del valore pubblico dell’informazione, al fine di superare dettami e stereotipie proprie al mercato delle notizie;
  2. la formazione di “Operatori territoriali”, il cui obiettivo è quello di mettere in rete e far dialogare organizzazioni, progetti, operatori, gente comune, storie tra i quartieri di Bologna ed il mondo, attraverso il protagonismo di nuove generazioni di italiani e migranti insieme, che rappresentano la congiunzione tra i mondi. Il medium che fa da “sistema nervoso” del progetto è incentrato sulla logica del web;
  3. l’organizzazione di eventi dove le giovani professionalità formate possano mettere a frutto il know how acquisito, attivando processi produttivi con le comunità di riferimento;
  4. la costruzione di percorsi legati alla cittadinanza attiva, partendo dalle social street, dove gli operatori territoriali possano diventare poli di attrazione per i quartieri di riferimento, intercettando un bisogno sociale emergente, cioè quello di sostituire la dimensione della mediazione culturale con la “mediazione territoriale”, più legata alle domande del nostro tempo, poiché nelle strade e nei quartieri germogliano le maggiori fragilità, come anche il bisogno di ritrovare quel senso di comunità perduta.