Le stoffe non sono clandestine

2015

ANNEX I – Application form template Sub-granting mechanism under the AMITIE CODE PROJECT [DCI-NSAED/2014/338-472] for the European Year for Development 2015 #EYD2015Reference: Amitie Code-Terra di Tutti Art Festival

Title of the communication projectLe stoffe non sono clandestine Spettacolo di arti performative
Full Name of the applicant CSO (or leading-applicant in case of consortium)ORCHESTRA DO MUNDO

Legal status of the applicantAssociazione di promozione sociale

Title of the communication project: Le stoffe non sono clandestine
Spettacolo di arti performative

Total duration of the action (number of hours/days): 80 minuti

Objectives of the action: Fare interagire, differenti modalità espressive, artistiche e performative, proponendo il concetto di “contaminazione” come elemento costitutivo del mondo contemporaneo.

Target audience: Il progetto vuole indirizzarsi verso un pubblico trans-culturale. E’ però chiaro che la presenza delle comunità migranti presenti sul territorio bolognese, legate alle zone geografiche raccontate nello spettacolo, diventa l’audience privilegiata.

Brief description of the communication projectDescribe in summary as it will be in the programme/catalogue

Il progetto intende, attraverso un racconto delinearizzato, di focalizzare l’attenzione sul mondo femminile africano, attraverso l’uso degli abiti ed il suo simbolismo, pensando alla narrazione di un immaginario processo migratorio delle stoffe, contestualizzato alle migrazioni delle genti attraverso il Mediterraneo. I quadro: Antagonismo e identità Gli abiti tradizionali si ritrovano sia in ambito urbano che rurale, laddove persiste un’idea di ricchezza che non s’identifica tanto con il potere di consumo di beni e che comporta una centralità delle pratiche ostentatorie e una tensione permanente nei confronti dell’apparire. II quadro: Spazi femminili di autonomia È proprio in ambito urbano, grazie al commercio, che la donna africana ritaglia un proprio, relativo ma crescente, spazio d’autonomia. Un commercio al minuto e a bassa soglia. III quadro: La seduzione nella cultura popolare Nelle espressioni associate ai diversi motivi delle stoffe si riflettono e si rilanciano le aspirazioni dell’immaginario femminile: un linguaggio in cui dominano gli intenti di seduzione, di provocazione e d’affermazione sociale. IV quadro: Il linguaggio del corpo Oggi in ambito urbano vanno affermandosi nuove modalità di trasmissione di messaggi attraverso i codici dell’abbigliamento femminile: un fondale diverso rispetto a quello essenzialmente connotativo del passato africano.
N.B.: Le tematizzazioni dei quadri sono stati estrapolate da: “Il linguaggio dei tessuti”di Giovanna Parodi da Passano,docente di Etnologia, Università di Genova.

Description of the action

(narrative max tree pages)

Overall objective/s

  • Comunicare, attraverso i prodotti elaborati da saperi artigianali, una idea di società dove le differenze si integrino in un valore espressivo.
  • Proporre una sintesi culturale tra i popoli attraverso forme, colori, suoni e suggestioni, individuando il mar Mediterraneo come un luogo di mediazione culturale tra Africa ed Europa.
  • Far convergere in una unica soluzione di continuità, dal punto di vista performativo, suoni, visioni, arti e immagini, finalizzate a raccontare il nostro tempo, nell’accezione trans-culturale.

Activities

(briefly list and describe the activities proposed)

Le quattro dimensioni si sviluppano contemporaneamente all’interno di ogni singolo quadro.

Dimensione Sonora

  1. Dj set

Passaggio dalla musica tradizionale africana, alla world music europea contaminata

(Riferimenti: Radio Cento Mondi soundcloud)

  1. Hip hop culture

La cultura hip hop rappresenta la dimensione musicale mondializzata per eccellenza. Non esiste un posto al mondo urbanizzato dove essa non sia presente.

Dimensione visiva

  1. Le immagini in movimento

Durante tutto lo spettacolo verranno proiettate delle immagini in movimento, senza sonoro, come elemento scenografico ma anche di contesto, concernenti i luoghi di fuga a sud del Sahaara e del corno d’Africa. Il concetto di imagine in movimento non deve far pensare esclusivamente al classico video ma anche a fotografie messe in movimento

  1. Street Art

Durante tutto l’evento un artista di street art dipingerà su un telone una rappresentazione dei temi trattati.

Dimensione perfomativa

  1. Gli abiti afroeuropei

L’esposizione degli abiti, sia tradizionali che moderni, entreranno dentro ogni quadro attraverso danze coreografate.

Dimensione partecipativa

  1. Tessuti in movimento

Il coinvolgimento del pubblico sarà attivato in due momenti, attraverso l’uso di un tessuto africano non lavorato su un percorso guidato.

  1. Batucada

Prima dello spettacolo il management del progetto proporrà ad un massimo di dieci donne presenti in loco di indossare gli abiti “femelle”.

  1. Le riprese Live

Prima, durante e dopo lo spettacolo verranno girate immagini da parte di un videomaker, proponendosi due obiettivi per la produzione di un docu-film.

Target audience

Il progetto vuole indirizzarsi verso un pubblico trans-culturale. E’ però chiaro che la presenza delle comunità migranti presenti sul territorio bolognese, legate alle zone geografiche raccontate nello spettacolo, diventa l’audience privilegiata.

Stakeholders group/s involved (briefly list and describe)

All’interno dell’associazione Orchestra Do Mundo confluiscono gruppi informali legati al mondo della produzione musicale ed organizzazione di eventi relativamente alla cultura underground.

B.U.M. – BOLOGNA UNDERGROUND MOVEMENT

Nato nel 2009, B.U.M. offre da sei anni la possibilità di condividere la cultura underground, attraverso la passione e l’esperienza di musicisti, producers, djs, vjs e multi-media artists italiani ed internazionali, promuovendo una serie di eventi non solo musicali nella città di Bologna.  Ai Bumers di “nascita” si sono aggiunti fino a esserne parte integrante o collaboratori stabili collettivi di dj’s, organizzatori di festivals ed etichette discografiche.

ARENA 051

Nati nel 2007 con l’idea di promuovere la rinascita dell’Hip Hop bolognese, si affermano negli ultimi anni come il collettivo più rappresentativo della scena cittadina. Partendo da un input stimolante come quello della creazione del primo laboratorio hip hop in Italia, e dopo aver collaborato con i centri sociali e una buona parte dei locali della zona, Arena 051 ha raggiunto uno standard di organizzazione di eventi che in città è diventato sinonimo di qualità e professionalità.

Time-frame – Please indicate in details (considering that the whole communication project must be realised during the Terra di Tutti Art Festival days+ 1 month for formal expenditure reporting)

Added value of the project to AMITIE CODE and EYD2015 (Relevance of the project) Please describe in max half page how the communication project will contribute to achieve the overall goals and how it meets selection and award criteria described in the call for funding

L’ambito di intervento su cui si vuole sviluppare la proposta, è quello di promuovere, il comparto dei mestieri artigianali che stanno scomparendo a causa della crisi vocazionale che generazionalmente investe le società cosiddette avanzate. La possibilità di ricucitura di questo strappo generazionale proviene prevalentemente dai cittadini migranti, i quali sono portatori di abilità artigianali proprie alla caratteristiche produttive dei loro paesi d’origine, soggetti però ad una falsa credenza generalizzata, quella dei “ladri di lavoro degli italiani”. In tal senso il progetto Femelle, che l’Associazione Orchestra Do Mundo ha cominciato a promuovere dall’estate di quest’anno, si muove in questa direzione. Il settore produttivo di tipo artigianale su cui si vuole sviluppare know how è quello sartoriale. La costruzione di un laboratorio di sartoria che ha come mission la promozione dei valori di unione tra Africa ed Europa, può esprimere una forte sintesi culturale. Il progetto “femelle” vuole proporre nuove linee d’abbigliamento con l’idea di fondere appunto due mondi: le forme e i disegni propri al mercato europeo con i colori e le stoffe dei paesi africani Se dunque prendiamo in prestito il paradigma del co-sviluppo, estrapolato dall’AMITIE Context Report”, non c’è migliore risposta sul campo di far germogliare pratiche concrete che uniscano gli ambiti del welfare a quelli dello sviluppo locale, poiché non è più pensabile che oggi, in Europa, queste due dimensioni restino separate, visto che i saperi di cui sono portatori i cittadini migranti, possono costituire valore aggiunto per i paesi ospiti; sempre se le governance locali capissero l’importanza di mettere a sistema questo approccio.

Peculiar elements of the communication project – including synergies with other EU, national and/or regional initiatives and how it communicates best and most valuable experiences concerning migration and development amongst European cooperation actors

Gli elementi peculiari del progetto di comunicazione “Le stoffe non sono clandestine” possono essere sintetizzate nell’ambito dei due piani semiotici tra significante e significato, cioè tra forma e contenuto. La forma vuole assemblere contemporaneamente, facendoli interagire insieme sul palcoscenico, sul proscenio e sulla platea, una varietà di espressioni artistiche, all’insegna del concetto in positivo di “contaminazione”, senza testo ma con retrotesto, rifacendosi in qualche modo all’approccio del racconto radiofonico sperimentato nel progetto Radio Cento Mondi. Il piano di contenuto vuole sottolineare come i processi migratori delle merci, come appunto le stoffe, possano rimodulare abitudini culturali nel vestire, innescando meccanismi fisiologici di contaminazione che paradossalmente possono essere sposati anche da quei pezzi delle società europee che vedono con diffidenza i processi migratori delle genti. Attraverso questa lettura, il progetto di comunicazione vuole proporre una concreta esperienza artigianale nata dal basso, quella delle linee di abbigliamento “Femelle”. Dal punto di vista delle sinergie con altre esperienze europee, l’idea dell’Associazione Orchestra Do Mundo, è quella di sviluppare progettualità, sul tema Inclusione/sviluppo, attraverso i programmi relativi ai fondi strutturali PON/POR, impegnandosi nella costruzione di una rete territorial. Nello specifico sono stati individuati prevalentemente gli obiettivi tematici 9 e 11 del PON Inclusione.

Main risk/s: describe if any

Describe the experience of the applicant and its partners (if any)

La mission di Orchestra Do Mundo è quella  intervenire sulle fragilità urbane delle città, contrapponendo il concetto di mondialismo a quello di tribalismo, principalmente attraverso interventi mirati a diffondere “la cultura dell’apprendimento”, ma anche a promuovere le “trans-culture”. In tal senso le singole culture nazionali, che si ritrovano su un medesimo territorio, possono partecipare insieme allo sviluppo socio-economico del luogo di accoglienza, facendo salve le proprie specificità culturali, per metterle a disposizione della comunità tutta, in una sequenza di interazioni e “contaminazioni”. Per ciò che concerne le azioni sul territorio, le attività di Orchestra Do Mundo si sono caratterizzate prevalentemente nell’ambito della pedagogia degli oppressi, attraverso l’attivazione di corsi per i minori delle favelas brasiliane, tra musica, danza e multimedialità. Sul versante artistico si è lavorato nell’ambito della produzione musicale ed organizzazione di eventi performativi tra San Paolo, Recife, Salvador, Scampia (NA), il Pilastro (BO). Nel 2008 L’associazione redigeva e coordinava, insieme al Comune di Bologna, il progetto di cooperazione decentrata dal titolo: “Adotta un ritmo”, finalizzato ad intervenire nelle favelas di tre città del nord est brasiliano, per formare “Operatori dello sviluppo”.

Additional remarks:

Dal 2010 Orchestra Do Mundo ha attivato un progetto sperimentale di comunicazione giornalistica chiamato Radio Cento Mondi, utilizzando varie piattaforme web open sourse, con l’intento di leggere e raccontare dal basso i processi di negazione dei diritti. Si tratta di un modello di giornalismo vicino più che mai al “citizen journalism”, che ha cambiato il modo stesso d’intendere l’informazione, da quando i nuovi media e la rete hanno trasformato il paesaggio sociale.